LA CHIESA DI SAN VIGILIO
di Vasco Bordignon
Cenni storici della Chiesa
L’ esistenza di questa Chiesa (Ecclesia Sancti Villi) è del 1288 in un atto notarile, dove il padovano Forzaté del fu Tedusio dei Forzaté chiede al vescovo di Padova di essere investito di tutti quei beni decimali che i due fratelli Ezzelino e Alberico da Romano e i loro antenati avevano ricevuti come vassali dal vescodo diPadova.
Nuove citazioni nel 1297 e nel 1303 in occasione dei passaggi del collettore delle decime pontificie.
Viene ipotizzato che si trovasse nello stesso sito attuale con l’abside verso oriente secondo un antico costume, che fosse simile a quella di San Pietro e quindi piccola, sufficiente per la popolazione ivi residente allora.
Poi non sappiamo nulla fino al 12 ottobre 1488 quando arriva il Vescovo Barozzi in visita pastorale e la trova in buon ordine e non abbisogna di nulla.
Nel 1519 in occasione della visita pastorale di Girolamo De Sanctis sappiamo che è lunga circa 15 metri, larga 7, alta 7; ha una discreta illuminazione da tre finestrelle, e che ha due ingressi: una porta ad occidente e una seconda a mezzogiorno. All’interno vi sono tre altari, di cui il maggiore collocato in un’abside a sezione poligonale. Vi è un campanile con due campane. Vicino alla chiesa il cimitero circondato da mura.
Non molti anni dopo, nel 1535, in occasione della visita pastorale del vescovo suffraganeo Callisto Amadeo, che procede anche alla consacrazione dell’altare di San Vigilio, si evidenzia la necessità di contribuire alle spese necessarie per un restauro già iniziato dal Comune.
Verso la fine del Cinquecento con la crescita della popolazione si rende necessario un ampliamento. I lavori diretti dall’architetto Vincenzo Scamozzi durano una decina d’anni : la chiesa viene sovraelevata di circa 1,8 metri, allungata con un presbiterio, e la facciata della chiesa viene riposizionata verso oriente: in pratica viene capovolta. Viene consacrata il 24 ottobre 1604.
Agli inizi del Settecento si inizia a progettare un nuovo ampliamento. Il cantiere sarà aperto nel 1763 e in occasione della visita pastorale del 9 ottobre 1763 il vescovo viene edotto circa il progetto di demolizione e di incorporazione parziale della vecchia chiesa nella nuova con una lunghezza di 36 metri, una larghezza ed una altezza di 12 metri. Ma i tempi saranno lunghi e contrastati anche per le vicende del periodo napoleonico.
Nel 1816 sono ultimati solo il presbiterio e la sacrestia, nel 1832 si arriverà al tetto e così si potranno iniziare i lavori interni di decorazione e sistemazione degli altari, che fin già dal 1729-1730 oltre ai tre altari tradizionali di San Vigilio o del Santissimo, di Sant’Antonio abate (che diventerà altare di Sant’Antonio da Padova) e della Madonna del Rosario era stato aggiunto quello del Crocefisso.
Tra il 1845 e il 1848 il pittore bellunese Giovanni De Min o Demin (ma più corretto è De Min ) dipingerà illustrando , come lasciato scritto dal parroco don Bartolomeo Biasioni, sul soffitto della navata “la Creazione dell’uomo, il Natale divino, il supremo Giudizio”, su quello del coro la glorificazione di San Vigilio e i quattro evangelisti, e sulle pareti nord e sud del presbiterio due grandi riquadri Gesù nell’orto consolato dall’Angelo e la deposizione della Croce.
Nel 1869 viene ultimata la decorazione in pietra della facciata.
Da allora la chiesa è rimasta come la vediamo oggi. L’unico cambiamento avvenuto è nell’altare maggiore dove il grande ciborio in pietra è stato rimosso e posto in una cappella accanto al presbiterio ora cappella del SS. Sacramento. Mi è stato detto che questo è stato necessario per dare una migliore visibilità alla pala di San Vigilio.
Sulla parete Sud all’esterno è murato un frammento scultoreo con una croce probabilmente databile prima dell’anno Mille. Nulla è conosciuto della sua provenienza e perché si trovi murata in questo posto.
L’interno della chiesa
L’interno della Chiesa è rappresentato da una unica navata rettangolare illuminata da 4 finestre poste a mezzogiorno. Un evidente cornicione a dentelli separa le pareti dalla volta a botte del soffitto.
Le pareti laterali della navata sono suddivise da 2 lesene montate su pilastri di marmo realizzando sei spazi architettonici (campate), nelle quali si trovano le cappelle con i vari altari marmorei opere degli scalpellini povesi. Si sottolinea anche la bellezza dei vari palliotti d’altare.
Le prime due vicino al presbiterio sono due cappelle: a dx quella di Sant’Antonio e a sx quella della Madonna del Rosario.
Cappella di Sant’Antonio
L’altare di S. Antonio dovrebbe essere costruito a metà del Seicento. Attualmente è dedicato a S. Antonio da Padova la cui statua prima sopra questo altare ora è in una rientranza a lato sx della entrata principale. Forse è stata spostata per dare maggior visibilità alla pala che raffigura in alto S, Antonio Abate (cui era l’altare originariamente dedicato) e in basso in vari atteggianti San Biagio, San Daniele, San Vigilio e San Girolamo. E’ di scuola dei Da Bassano.
Cappella della Madonna del Rosario
L’altare della Madonna del Rosario sempre arricchito da realizzazioni marmore di vario tipo rappresenta il segno della forte devozione mariana. All’interno di una nicchia vi è la statua della Madonna.
Le due cappelle centrali comprendono: a dx l’altare del Crocefisso e a sx la porta dell’ingresso laterale.
La cappella del Divin Crocefisso
Altare del Crocefisso: costruito verso il 1730 è incentrato sul Cristo appeso ad una croce, in legno come descritto nel lavoro specifico. E’ circondato da forme e altre realizzazioni marmoree sempre di scuola povese.
Le ultime due cappelle sono occupate da due spazi confessionali.
Ai quattro angoli della navata rientranti a semicerchio si aprono nella parte anteriore ai lati del presbiterio due porte: a sx quella della cappellina del SS.Sacramento con il grande ciborio marmoreo (qui sotto illustrata), e a dx quella della sacrestia, mentre nella parte posteriore della navata la cappellina del battistero e la porta che dà accesso all’organo.
PRESBITERIO E L’ALTARE MAGGIORE DEDICATO A SAN VIGILIO
Al centro del presbiterio vi è l’altare maggiore sempre opera degli scalpellini povesi. Molto bello il palliotto di questo altare rispetto a quelli degli altri altari: rappresenta la Fede che trionfa mediante la Croce e l’Eucarestia. L’eucarestia anni or sono era custodita da un elevato e ricco ciborio marmoreo a forma di tempietto di grande effetto, che attualmente (come sopra illustrato)si trova nella cappella a sx dell’altare maggiore.
Sopra l’altare di erge la tela dipinta nel 1536 da Jacopo dal Ponte detto il Bassano: viene raffigurato San Vigilio (il santo titolare della Parrocchia) e in basso San Giovanni Battista e San Girolamo, e tra i due si erge un albero, un pioppo a significare la comunità che come un albero cresce ad imitazione dei suoi Santi nella vita di santificazione.
La cupola e le pareti affrescate del presbiterio
la glorificazione di San Vigilio
a sx l’Evangenlista Matteo e a dx l’Evangelista Giovanni
a sx l’Evangelista Luca e a dx l’Evangelista Marco
Gesù nell’orto degli ulivi
La deposizione di Gesù dalla Croce
Nella cupola del presbiterio, opere del De Min, vi è un affresco in tondo che raffigura la glorificazione di San Vigilio, mentre i quattro pilastri della cupola raffigurano i quattro evangelisti; mentre sopra gli stalli del presbiterio nella parete a nord vi è Gesù nell’orto degli ulivi consolato da un Angelo e nella parete sud la deposizione di Gesù dalla Croce.
Il soffitto della navata
E’ opera del pittore bellunese Giovanni De Min (o anche Demin come è scritto nella targa presente a dx dell’entrata della Chiesa) che lavorerà a Pove dal 1845 al 1848. Il grande affresco centrale rappresenta il Giudizio Universale che si suddivide in tre parti : il Cristo trionfatore (più vicino all’altare), San Michele Arcangelo e Lucifero tra le anime dannate. A questo grande affresco centrale altri due affreschi al capo nord e al capo sud del medesimo raffiguranti rispettivamente la Creazione dell’uomo e la nascita di Gesù.
Fonti documentali
Dal Mas Giovanni. Giovanni De Min 1786-1859. Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali serie “Arte”n.7, 1992
Signori Franco. Storia di Pove e dei Povesi.Comitato per la Storia di Pove. Bassano del Grappa, 1985. (preziosa e indispensabile quest’opera).
www.osservatorio-canaledibrenta.it