Si tratta di uno di quei capolavori, una di quelle gemme seminascoste di cui è ricca l’Italia che ora torna a nuova vita grazie all’opera degli alpini.
Parliamo della chiesetta di San Bartolomeo a Pove del Grappa, è infatti affacciata sul Brenta e dalla sua terrazza si gode un panorama mozzafiato del fiume e del paesaggio circostante.
È da più di mille anni che la chiesetta di San Bartolomeo svolge il suo benemerito ruolo di sentinella della fede, sul belvedere al confine tra Pove e Bassano del Grappa.
Eretta sulla riva sinistra del fiume, appartiene al gruppo di chiese campestri che erano annesse agli ospizi dei pellegrini sul crocevia che univa la strada del Brenta a quella del Piave da e per la Germania.
Come ogni edificio plurisecolare che si rispetti, tuttavia, negli ultimi decenni ha risentito degli acciacchi provocati dagli eventi e dall’usura del tempo.
Compresa la grande alluvione del 1966, con l’acqua del Brenta arrivata a risalire la scarpata fino a raggiungere il sacro luogo, distruggendo l’originario prospetto romanico, ora ricostruito. Gli affreschi alto-medievali della chiesetta furono rimossi dalle pareti e ricollocati al Museo Civico di Bassano del Grappa, dove sono tuttora conservati.
Ma ora è venuto il tempo di restituire San Bartolomeo al suo antico splendore e di renderlo nuovamente fruibile, soprattutto, alla comunità.
Da una sessantina d’anni, a seguito di un lascito dell’ultimo proprietario privato, la chiesetta è di proprietà della Fondazione Pirani-Cremona di Bassano del Grappa.
E proprio grazie alla Fondazione bassanese, a un gruppo di Club Service e di sponsor che hanno finanziato il progetto e agli Alpini della Sezione ANA Montegrappa che hanno materialmente operato allo scopo, da oggi – e dopo due anni di lavori – il piccolo gioiello affacciato sul fiume è finalmente risistemato.
Dopo aver ripristinato e messo in sicurezza l’area esterna, le penne nere – coordinate dal vero deus ex machina dell’operazione Lucio Gambaretto, ex sindaco di Bassano e direttore generale della Sezione alpina – hanno proceduto, sotto la guida della Soprintendenza alle Belle Arti, alla ricollocazione delle copie a grandezza naturale, e sul sito originale, degli antichi affreschi rimossi 51 anni fa. Si tratta di fotografie ad altissima risoluzione, su pannelli, che riproducono l’effetto degli affreschi originali alla perfezione.
E ora che il lavoro è compiuto, la Fondazione Pirani-Cremona riaprirà la chiesetta, durante la bella stagione, nei fine settimana. (Euroregionenews 26/04/2017)